Quarta tappa:
Amandola – Rifugio città di Amandola (Campolungo)
- Distanza: 10 km
- Tempo di percorrenza:
- Dislivello: +540
- Dislivello:

Abbazia ss Ruffino e Vitale
DESCRIZIONE: Un percorso tutto a tirare in salita per arrivare a quota 1180 s.l.m. Lungo il percorso si snodano moltissimi sentieri del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (Grande Anello dei Sibillini, Castel Manardo, Monte Amandola, Santuario della Madonna dell'Ambro etc.)
Si attraversano molte frazioni montane, con i loro abbeveratoi, fonti, prati d'altura, pascoli.
L’anello di Amandola è classificabile T/E – turistico escursionistico nella tabella CAI Prevede circa 2,5 km di asfalto, 3 km di strada bianca 4,5 di carrareccia.
Amandola
Borgo tra i più belli e suggestivi dei Sibillini, Amandola è considerata a buon diritto la” porta est” di accesso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Rappresenta uno dei centri più importanti dell’area montana caratterizzata da risorse storico-culturali e ambientali di grande valenza per la molteplicità dei paesaggi presenti: le montagne aspre e selvagge, le valli disegnate dai fiumi e i piccoli borghi ben incastonati sono gli elementi che lo rendono straordinario.
Il centro storico, al quale si accede tramite una porta merlata, è adagiato su tre colli e si compone di architetture civili e religiose, di imponenti e sontuosi palazzi, di nascosti e graziosi vicoli. Dal Belvedere si può avere una meravigliosa vista sul lato orientale del parco. Considerata a buon diritto la” porta est” di accesso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con il Museo Antropogeografico, offre l’opportunità di conoscere tutti gli aspetti che compongono l’ambiente, avendo poi la possibilità di rinvenirli ed osservarli nel territorio. Ospitato nei locali della Ex Chiesa la Collegiata, il Museo testimonia un legame ormai inscindibile tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed Amandola.
Dopo il sisma del 2016, molti edifici religiosi, chiese e cappelline, sono state danneggiate e i tanti capolavori artistici al loro interno andavano recuperati, salvaguardati e posizionati in un luogo sicuro e adatto. Così il comune di Amandola ha pensato, insieme al sostegno del MIBACT, di allestire presso la Ex Collegiata un Deposito di Opere d'arte provenienti dalle Chiese della Città danneggiate dal terremoto ed esposte sotto forma di mostra permanente. Allestito in maniera eccellente, offre la possibilità di visionare, seguendo un percorso dettagliato e curato, ciò che è stato recuperato; inoltre, unitamente alla mostra è stato approntato, in collaborazione con l’Università degli studi di Camerino e l’Università degli studi di Urbino, un laboratorio di restauro,doveèpossibileseguirepassodopopassoilsapiente lavorodei restauratori.
Tra i numerosi capolavori recuperati e conservati nel Deposito della Città di Amandola spiccano: il Cristo ligneo del XII secolo (sull'opera sono in atto numerosi studi e teorie secondo le quali il Cristo potrebbe essere anche la raffigurazione dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo Magno); San Raffaele e Tobiolo, Angelo Custode di Antonio Mercurio Amorosi
Di particolare importanza Piazza Umberto I, o piazza alta, antico nucleo sociale e religioso della località, che ospita il teatro storico "La Fenice" e il torrione del Podestà, di epoca quattrocentesca. La chiesa di S. Agostino, risalente al XIV secolo, presenta una facciata settecentesca, un portale gotico, un campanile di Mario Pietro Lombardo risalente al 1468, con bifore ogivali e cuspide ottagonale. Tra gli edifici sacri si ricordano anche il convento di San Bernardino, o convento dei Cappuccini, costruito nel 1540 e la chiesa di Santa Maria a Piè d'Agello. Fuori porta si trova il complesso romanico dedicato ai Ss. Rufino e Vitale (fondato nel sec. VI) e a 5 km dal centro storico si erge l’abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio. Dal punto di vista gastronomico, Amandola è rinomata per il tartufo bianco pregiato.
Il tartufo bianco pregiato – Tuber Magnatum
Diamanti a Tavola così si chiama la Festa del Tartufo Bianco di Amandola, prodotto tipico dei Monti Sibillini, che da quasi vent’anni anima il centro storico nei mesi di ottobre e novembre con stand enogastronomici ricchi di piatti profumati al tartufo e piatti della tradizione, senza dimenticare dolci, vino cotto e castagne.

Ma la vera peculiarità della Festa del Tartufo Bianco di Amandola, è che sono gli stessi tartufai del luogo a mettere in mostra e a vendere i loro tartufi, dopo aver passato a setaccio con i loro cani, i boschi all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Quelli color marrone chiaro, con strigliature bianche, sono i più preziosi e apprezzati per il loro sapore: questo è il tartufo bianco che può essere servito su piatti di pasta, riso oppure sulle uova all’occhio di bue. Tuttavia, la naturale ‘vocazione culinaria’ del tartufo bianco è quella di dare sapore a un bel piatto di tagliatelle fatte in casa.